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elenco caduti rsi

Le decisioni furono prese dai comandanti delle squadre d'azione e dagli elementi più estremisti. Questo ex comunista ci disse: "I rossi negarono di essere stati loro a eliminare Ghisellini. La suddivisione per Forza Armata è la seguente: Esercito 89412 99,76% Marina 101 0,11% Aeronautica 97 0,11% RSI 19 0,02% 2^ Guerra Mondiale E’ necessario evitare ulteriori spargimento di sangue fratricida, ma di ciò ne approfittano gli sciacalli. Tra gli arrestati figurò anche il procuratore dei Rè, dottor Pasquale Colagrande, un giovane magistrato di indiscusso valore professionale, dirigente del Partito d'Azione. Sia io che Ghilardoni rifiutammo. Il loro obiettivo finale, infatti, non era tanto la restaurazione in Italia delle libertà democratiche e, tanto meno, la vittoria delle truppe alleate. E la loro sentenza era già stata emessa, e non a Rovetta, ed il ventiduenne poco più che ragazzo con incarichi più grandi della sua età, quando fu brutalmente informato dai nuovi arrivati dei camion del crudele destino che sarebbe toccato a lui ed ai suoi soldati adolescenti protestò, ma inutilmente. Poi un altro fascista: Piero Lamperti. Contiene Caduti che hanno commesso reati militari tali da obbligare un gravoso ma inevitabile intervento di giustizia. Dopo l'8 settembre fu tra i primissimi ricostruttori dei Fascismo torinese e fu Segretario Federale fino al sopraggiungere del crollo. Dapprima alla spicciolata, poi sempre più numerosi, i comunisti cominciarono a giungere alla casa colonica dove erano già prigionieri i sette Govoni. Pagliani e Vezzalini giunsero a Ferrara poche ore dopo, nel tardo pomeriggio del 14 novembre. Nel Bolognese non esiste, infatti, ne esisteva nel 1943, alcuna località denominata Castel d'Argine. Avevano dovuto abbandonare una proficua attività e, da mesi, vivevano indisturbato in quell'ospitale paese dove avevano ampliato le conoscenze, quasi integrandosi. "Siamo scesi dal tram a Porta Vittoria, e alle 7,50 eravamo sul posto. Dopo alcune decine di metri il gruppo si suddivise: davanti a tutti si trovarono a camminare il senatore Arlotti, i due Hanau e l'avvocato Zanatta; poco più dietro il dottor Colagrande, Piazzi, Teglie e Vita Pinzi. Cosa curiosa, fra questi c'era una delle massime figure del comunismo italiano, né più né meno che Nicola Bombacci, il fondatore del Partito Comunista Italiano (PCI), amico personale di Lenin, col quale stette in URSS durante la Rivoluzione d'Ottobre. E si tenga presente, per inquadrare adeguatamente tale problematica nel preciso contesto storico, che gli Alleati avevano appena portato a termine la distruzione a freddo di un secolare e glorioso monumento della cristianità, quale l'abbazia di Montecassino; che avevano più volte bombardato Roma, spargendo la morte tutto intorno alle maggiori basiliche del cattolicesimo; che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, nazioni protestanti, e l'Unione Sovietica, ufficialmente atea, non sembravano davvero potenze amiche della Chiesa. Eugenio Facchini, poi, non venne "giustiziato a colpi di pistola nella stessa sede del GUF in via Zamboni". Pagliani e Vezzalini giunsero a Ferrara poche ore dopo, nel tardo pomeriggio del 14 novembre. Poi lentamente, si mosse la macchina della giustizia. 1941– E’ promosso Tenente Colonnello e fa parte dello Stato Maggiore dell’ Aeronautica nel servizio informazioni, con missioni speciali. Inoltre fu anche podestà di Visinada. Walter Tavoni. Subito dopo quelle tragiche ore, e sfruttando il sentimento di indignazione popolare di fronte alla fucilazione degli otto ostaggi i comunisti tentarono, come già avevano fatto a Ferrara, di attribuire la morte di Resega a contrasti interni esistenti nella federazione fascista. Il che lasciava supporre che almeno un'altra persona si fosse seduta al suo fianco. Fautore dell'entrata in guerra a fianco della Germania, egli chiese di essere arruolato nell'esercito, ma non fu accontentato, sebbene la sua richiesta venisse pubblicata sul giornale di Roberto Farinacci, «Regime Fascista», aprendo un rapporto umano e una collaborazione politica fra il gerarca di Cremona e il battagliero parroco di Terni, che sarebbero proseguiti sino alla fine. Contemporaneamente ai corsi di Venezia, l'Opera Ballila - di cui era a capo il Generale Renato Ricci - istituì, per le ragazze non ancora diciottenni tre corsi di addestramento nazionali: uno a Noventa Vicentina (VI), uno a Castiglione Olona (VA) e il terzo a Milano. Otto trucidati sotto il Castello, uno in via Boldini: il cameriere Cinzio Belletti, che, sorpreso da una pattuglia mentre circolava senza rispettare il coprifuoco, si mise a fuggire e venne fulminato da una raffica. Ma proprio per questo motivo l'episodio è stato oggetto per interi decenni di una speculazione, alimentata dai comunisti, tendente a deformare la realtà degli avvenimenti e la verità storica. Questi aveva 52 anni: laureato in lettere, studioso dei problemi politici e sociali, aveva aderito alla RSI nella convinzione che la "socializzazione" ventilata da Mussolini con la costituzione della nuova repubblica potesse conquistare ai fascismo la fiducia delle masse popolari. Ma quante lettere di approvazione ricevetti! Ad eccezione delle crocerossine e delle "vivandiere", impiegate già durante la Grande Guerra, non esistevano precedenti con donne in mezzo ai soldati. Il federale, invece, non aveva occasione, già da molto tempo, di frequentare i locali del GUF: si recava però quotidianamente in via Zamboni per consumare i pasti alla mensa universitaria. AMATEIS Don Giuseppe, parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi di ascia dai partigiani comunisti il 15 marzo 1944, perché aveva deplorato gli eccessi dei guerriglieri rossi. Ma non meno vasto e profondo era il contributo di cultura e di opere che dedicava alla vita della Repubblica Sociale Italiana. La seconda volta accadde a dieci mesi di distanza, allorché la radio inglese, nel notiziario delle Nazioni Unite dedicato ai partigiani, allo ore 8,20 del 24 settembre 1944 disse testualmente: "Foste proprio voi che nel novembre scorso giustiziaste il federale Ghisellini". Noi continueremo a ricordarlo e onorarlo come sempre, poiché viviamo del suo passato e delle sue gesta, sapendo che Adriano riposa finalmente in pace confuso fra conosciuti o sconosciuti combattenti dell'onore nel suggestivo campo 10 del Musocco di Milano; la città dove venne vilmente ucciso da partigiani con una raffica sparata alle spalle. Si trattò di una bomba che esplose nel ristorante "Diana" uccidendo due giovani sposi in viaggio di nozze. Ghersi si rivolge alla Questura dove, per via delle ruberie, gli viene corrisposto un acconto di 150.000 Lire mentre un agente si offre d’aiutarlo nella rimozione dei sigilli apposti ai locali della propria casa. La Federazione era già piena di iscritti e di militi a conoscenza del fatto che il federale, la sera prima, non era giunto a casa. "L'uccisione del federale repubblicano Resega", commenta ancora Carlo Silvestri "conseguì gli obiettivi voluti. L'intera provincia, superato lo smarrimento e la disperazione dei giorni dell'armistizio, aveva ritrovato una calma forse anormale ma che, in ogni caso, aveva permesso la ripresa di tutte le attività. I partigiani, dopo aver ucciso i proprietari, si acquartierano a villa Dal Vesco (il cosiddetto avamposto dell’inferno). Gli attentatori lo attesero sul portone della sede del GUF: lasciarono che si avviasse su per la scala che conduceva alla mensa e gli scaricarono alle spalle tutti i colpi delle loro rivoltelle. DAMIANI Padre Sigismondo, o.f.m. Con loro c'era anche la ragazza che doveva indicarci l'uomo. Latine Loqui - Autori - De Viris Illustribus. di Piera Gatteschi furono sei (Italia, Roma, Brigate Nere, Giovinezza, Fiamma e 18 Aprile) ed ognuno veniva frequentato da circa trecento reclute che, preordinate alla loro missione e prestato giuramento, venivano dislocate nei Centri militari e nei Reparti per essere scelte. Eeeee…si, anche se incanutiti e con differente baldanza…a volte ritornano. Soviet e Stato Fascista Corporativo, Roma e Mosca. Da che parte stanno la legalità costituzionale e, soprattutto, la giustizia e la legittimità morale? 1936 – Ettore viene nominato capitano per meriti. Dopo numerosi film di registi minori, che le consentirono di mettersi in luce, esplose letteralmente con il film di Alessandro Blasetti “Un'avventura di Salvator Rosa “(1939), nel quale interpretò il ruolo della contadina Lucrezia, meritandosi elogi dalla critica e successo di pubblico. Gli italiani del centro e del nord Italia (la RSI, inizialmente, giunse a comprendere 65 province con un totale di circa 40 milioni di abitanti), storditi dal succedersi di tanti drammatici avvenimenti cercavano solo, nella loro assoluta maggioranza, di vivere o di sopravvivere, nella speranza di una rapida soluzione del conflitto ormai in pieno svolgimento sul territorio nazionale. L'esposizione del Carli Ballola, esattissima per quanto riguarda l'illustrazione della tecnica applicata dai comunisti anche nel Bolognese allo scopo di scatenare la guerra civile, richiede alcune precisazioni. Adesso, invece, la bruttura della guerra era lì, con le armi brandite minacciosamente sulle porte di casa, e ciò dimostrava che anche il peggio può peggiorare e le minacce attuarsi. Con loro c'era anche la ragazza che doveva indicarci l'uomo. Di lui si può dire quel che si vuole, ma non che fosse un opportunista o un timido; perché, proprio all'indomani della resa dell'8 settembre, ha inizio il capitolo più drammatico e concitato della sua vita - l'ultimo -, caratterizzato da una foga istintiva che non conosce astuzie né compromessi e che va dritta verso l'inevitabile "redde rationem". E poco dopo iniziarono a risuonare i rumori degli spari, vicino al cimitero, e durarono ore. Ed alla fine il brusio sommesso dei paesani cessò, lasciando il posto prima ad una cupa rassegnazione che si trasformò poi, gradualmente, in una cappa di silenzio che, per giorni, gravò sul paese. L'incontro con Osvaldo Valenti sul set di questo film, cui si legò sentimentalmente, coincise con il periodo di maggior successo della sua breve carriera. Fu così che i comunisti decisero di eliminarlo. Nella città si ebbe così sentore, anche a causa dell'imprudenza di qualche antifascista, che era entrato in funzione un "Comitato di liberazione nazionale" con il compito di iniziare la lotta contro i fascisti e i tedeschi. Quali più qualificati garanti avrebbero potuto sottoscrivere quell'atto? Il S. Ten. ftr. JEMMI Don Giuseppe, cappellano di Felina (Reggio Emilia), ucciso il 19 aprile 1945 perché aveva deplorato gli «eccessi inumani di quanti disonoravano il movimento partigiano». BONIFACIO Don Francesco, curato di Villa Gardossi (Trieste), catturato dai miliziani comunisti Jugoslavi l’11 settembre 1946 e gettato in una foiba. Ezio Taddei : Tenente ei Carabinieri –esecutore della regia- in borghese emise il fischio di segnale. Schuster, che aveva invitato Mussolini a predisporsi a un duro periodo di prigionia o di esilio, lasciò cadere l'argomento, forse per evitare inutili discussioni, in quanto sapeva bene che Mussolini aveva in qualche misura incoraggiato l'attività di don Calcagno, anche se ora lo negava. Ma le due ammissioni non suscitarono echi di nessun genere. La divisa, era realizzata con panno grezzo grigioverde per l'inverno, tela kaki per l'estate, e doveva avere la gonna a quattro centimetri sotto il ginocchio. Gli attentatori lo attesero sul portone della sede del GUF: lasciarono che si avviasse su per la scala che conduceva alla mensa e gli scaricarono alle spalle tutti i colpi delle loro rivoltelle. Norma Cossetto (Santa Domenica di Visinada, 17 Maggio 1920 - Antignana o foiba di Villa Surani, 4 o 5 ottobre 1943 ) è stata una studentessa italiana, istriana di un paese vicino Visignano, vittima dei partigiani titini dell' esercito popolare di liberazioni della Iugoslavia. Da fedeli esecutori degli ordini di Mosca, essi intendevano condurre una loro "guerra privata" puntando esclusivamente alla realizzazione dei presupposti necessari perché l'Italia, a guerra finita, potesse diventare una delle tante "repubbliche sovietiche". Segue, a fine dicembre, il lancio di due bombe in una saletta del ristorante Fagiano, dove si trovava la mensa ufficiali tedesca e, il 25 gennaio 1944, l'eliminazione del federale fascista Eugenio Facchini, giustiziato a colpi di pistola nella stessa sede del GUF (Gruppo Universitario Fascista) in via Zamboni". L’ex ufficiale, che non conosceva il Cortesi, chiese dove fosse e lui, prontamente, disse che quello che cercavano era fuori ufficio. In paese c'erano molti sfollati dalle città. Il libro, intitolato «Gli ultimi tempi di un regime» (Milano, Editrice La Via, 1946) e pubblicato a caldo, pochi mesi dopo la fine della guerra, si apre e si chiude con il nome di un prete che, oggi, dice poco alla maggior parte dei lettori, ma non così in quella arroventata stagione che va dall'8 settembre del 1943 alla fine di aprile del 1945: quello di don Tullio Calcagno. Ecco i nomi di queste vittime: Carmine Capolongo, Fedele Cerini, Giovanni Cervi, Luciano Gaban, Alberto Maddalena, Carlo Mendel, Amedeo Rossin, Giuseppe Ottolenghi. Con una massiccia e ben diretta azione terroristica decisa e attuata dai comunisti con uno scopo ben preciso: spezzare il clima di tranquillità e di rassegnato attendismo che si era diffuso ovunque, dopo l'8 settembre, nei territori controllati dal nuovo governo di Mussolini, e che consentiva ai fascisti di procedere indisturbati a una rapida organizzazione del loro apparato statale e delle loro forze armate. Il fronte della Garfagnana 1944-45 I caduti della RSI. I Govoni, infatti, non sospettavano lontanamente di essere già tutti in "lista". Nella Chiesa cattolica italiana, infatti, esisteva un antisemitismo religioso (non razziale, si badi) da antica data, che tuttavia non impedì alla Chiesa, nel suo complesso, di svolgere una funzione di difesa degli ebrei perseguitati, specialmente dopo la caduta del fascismo e l'occupazione tedesca dell'Italia, anche per una precisa volontà del pontefice Pio XII. O fu per caso, l'evoluzione naturale di un nazional-bolscevismo? Amico personale di Benito Mussolini sin dai tempi eroici dell'interventismo, partecipò alle riunioni milanesi dalle quali scaturì il Movimento dei Fasci italiani di combattimento e pertanto fu uno dei "sansepolcristi", come furono definiti i partecipanti all'assemblea ambrosiana in piazza San Sepolcro e come tale partecipò alla Marcia su Roma. Ad ogni modo, nel suo libro don Calcagno dava sfogo ai suoi violenti umori anticapitalisti ed anticomunisti, nonché a una certa irruenza di carattere, e si spingeva sino al punto di affermare che, se in guerra è lecito uccidere, allora è anche lecito odiare il nemico. Nella città siciliana, infatti, cominciò a crearsi intorno alla sua cattedra e agli incontri del circolo culturale di Giuseppe Pojero, quella scuola di allievi che contribuirono non poco alla diffusione dell'idealismo attuale, della sua filosofia che si arricchì in quegli anni di testi importanti: tra questi “L'atto del pensare come atto puro” del 1912 che ne costituirà il manifesto, e “La riforma della dialettica hegeliana” del 1913, che sarà la base dell'opera sistematica dal titolo “La teoria generale dello spirito come atto puro” del 1916, una sintesi delle speculazioni che Gentile sviluppò lungo la serie di testi, discorsi e polemiche su argomenti filosofici trattati nei primi anni della sua carriera universitaria, prima a Palermo e poi a Pisa, e che è la prima vera sistemazione dei suoi principj e a cui farà seguito il “Sistema di logica come teoria del conoscere” del 1917, la sua opera più voluminosa e complessa. Sfamava la famiglia esclusivamente con le razioni della tessera annonaria di guerra, e questo fu sempre il suo stile. Chi aveva ucciso Ghisellini ben sapendo che l'uccisione di un moderato come il federale di Ferrara, avrebbe lasciato campo libero agli estremisti? "Anche Ilio Barontini torna in Italia con l'esperienza di lotta della Spagna e del maquis francese. Quando però le prime pattuglie tedesche entrarono in Ferrara, trovarono la sede della Federazione fascista, in viale Cavour già riaperta e presidiata da alcune camicie nere. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l'abbiano gettata giù ancora viva. Fu contrario al Concordato tra la Chiesa Cattolica e lo Stato italiano del 1929, benché egli considerasse il Cattolicesimo come la forma storica della spiritualità italiana, poiché puntava su uno Stato etico totalmente garante dell’unità anche religiosa del popolo. Avvennero alcuni incontri in Prefettura per concordare il trapasso delle consegne. PESSINA Don Umberto, parroco di San Martino di Carreggio, ucciso il 18 giugno 1946 da partigiani comunisti. Anche lei era in bicicletta. La maggioranza di quei 13 era costituita da ragazzi che, ingannati dallo stesso capo comunista che aveva cercato a suo tempo di togliere il distintivo al Rosa dopo il 25 Luglio, erano stati blanditi e raggirati. La Scuola Superiore di Pisa infatti, oltre ad essere l'istituto scientifico più prestigioso del Regno, aveva avviato uno studio filologico e storico sulla letteratura Italiana, nonché sul ruolo del pensiero Italiano all'interno della filosofia europea. Si compiva così, fino in fondo, il diabolico disegno comunista. A questo punto è necessario illustrare brevemente le abitudini di Igino Ghisellini. E le due autoproclamatosi autorità non si posero neppure lontanamente il problema sul come avrebbero potuto onorare le garanzie offerte. L' Università di Padova su proposta del rettore, Concetto Marchesi, e del Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia, le conferì la laureaad honorem sei anni dopo la morte. E qualcuno mi guardò male. Ma i traditori italioti, comprati a sigarette, propaganda e caramelle, festeggiano la propria fine. Chiude il corteo un’autoambulanza guidata dall’ agente di P.S. 1943 ott. Appendice Religiosi Contiene Sacerdoti che non sono veri e propri CADUTI della RSI, anche se il CLN facendo di ogni erba un fascio li assassinò a maggior gloria della "lotta di liberazione". Ricordo però che, subito dopo l'uccisione di Ghisellini, circolò nelle nostre file la notizia che il "giustiziere" era un gappista bolognese appartenente a una squadra dislocata nel comune di Galliera, in via Cucco. I corpi delle diciassette vittime furono sepolti subito dopo in una fossa anticarro, non molto distante dalla casa colonica. Nel 1943 Fede Arnaud era già responsabile del settore sportivo femminile del G.U.F. Subito dopo l'8 settembre aveva aderito alla RSI impegnando tutte le sue forze per frenare le intemperanze e gli eccessi degli elementi più estremisti del fascismo milanese. Giovanni Gentile venne ucciso a Firenze, il 15 aprile 1944, davanti al cancello di Villa Montalto dove abitava. Su quella storia ci si può spesso confrontare quasi, ma non sempre, serenamente. La caduta del regime fascista e i successivi 45 giorni badogliani non alterarono che in minima parte la situazione politica della provincia di Ferrara la cui popolazione rimase sostanzialmente fedele al fascismo. Don Calcagno, di tanto in tanto, mostrava segni di pentimento e chiedeva il perdono delle alte gerarchie; poi, bruscamente, di nuovo si irrigidiva sulle proprie posizioni, in una altalena che ad alcuni parve il frutto di una sapiente strategia. -Ore 1,30 i “loschi della farsa” bussano ripetutamente e con insistenza all’ ingresso; apre l’ autista; il Taddei, col mitra in pugno invita Muti a seguirlo in arresto; Muti contrariato va in camera per vestirsi mentre gli viene consegnato l’ abito civile. […]. DONINI Don Giuseppe, parroco di Castagneto (Modena). Il quarto compagno stava sull'angolo di corso XXII Marzo, di copertura. Per ogni chiarimento o correzione è possibile contattare la Fondazione. POLIDORI Don Nicola, della diocesi di Nocera e Gualdo, fucilato il 9 giugno 1944 a Sefro da partigiani comunisti. Non sapeva, il ragazzo, che mai un militare in divisa si deve arrendere a civili che non abbiano superiori diretti a cui rendere conto. E’ ammesso al corso per ufficiali GNR (Guardia Nazionale Repubblicana), Arma delle FF.AA. È la fine. della Decima (1° marzo 1944) anticipò di cinquanta giorni l'istituzione legislativa del Servizio Ausiliario e, durante il periodo della R.S.I., arruolò 250 volontarie, che seguirono, a loro volta, i Corsi Autonomi di Addestramento denominati “Nettuno”, “Anzio” e “Fiumicino” che si svolsero a Sulzano (Bs), Grandola (Co) e Col di Luna (TV) con perfezionamenti nell'educazione fisica, in contegno e morale, nelle norme igieniche, di regolamento e disciplina, sino alla severità di un codice d'impegno che non consentiva deroghe. Viviamo però tempi di oblio, superficialità e malcostume generale per cui credo sia un dovere civile ricordare le figure degli assassinati che, avendo vissuto il loro impegno politico disinteressatamente, sono storia comune di cui possiamo andare fieri. Ma nel dopoguerra i resti riportanti i segni delle violenze subite dal giovane Ufficiale vengono riesumati. Il ponte, in quel periodo, era presidiato costantemente da un posto di blocco della Guardia Nazionale Repubblicana. Pochi giorni dopo i comunisti uccisero il fascista repubblicano Pietro De Angeli. Si trattò di un incontro tra galantuomini, tra gente responsabile, ancora capace di anteporre all'odio di parte il desiderio di non spargere sangue tra fratelli. Paolo Morittu : Maresciallo, comandante della stazione dei Carabinieri di Maccarese (Roma9. I destini della battaglia arridono alla compagnie anglo-americane che invade la Nazione, i russi. Era evidente che, perdurando Resega a capo della federazione, Milano non si sarebbe mai tramutata in un campo di battaglia. L'ipocrita osservanza della politica manichea e la congiura imbarazzata del silenzio evitavano rischi di carriera per chi allora comandava. Ettore frequenta più volte Araceli dal Marzo fino al 20 Agosto quando Araceli in attesa di un figlio riparte alla volta di Madrid. L’uomo, dovendo provvedere a moglie e cognata, viene assunto “per compassione” presso il consorzio ortofrutticolo dove riesce a percepire il minimo necessario per sopravvivere. Di modesta famiglia (il padre era operaio delle ferrovie e aveva altri due figli), egli seppe, attraverso molti sacrifici e con ferrea volontà, giunger fino alla laurea . BOVO (Bove) Don Luigi, parroco di Bertipglia (Padova), ucciso il 25 settembre 1944 da un partigiano comunista poi giustiziato. A Ferrara! 2 - 31 Molta gente ne è ancora convinta. Dati tratti da: “L’Ultima Crociata“, rivista dell’Associazione Nazionale delle Famiglie dei Caduti e Dispersi della R.S.I. CURCIO Don Antonio, cappellano dell’11° Btg. Instancabile ed efficiente, senza soste, partecipò, guidandolo, al lavoro di sterro per recupero di morti e feriti con grave rischio di crolli; ottenne e distribuì i primi aiuti stimolando capacità di resistenza e speranza nei sopravvissuti sconvolti dal dolore per i cari scomparsi ed i poveri beni perduti. (Servizio Informazioni Militari) suscitò sospetti in Badoglio su Muti. Ma torniamo a don Calcagno e alla sua adesione sempre più entusiastica al fascismo. Il 29 aprile '45 furono passati per le armi i gerarchi fascisti per mano dei partigiani comunisti. Altri piccoli periti nello stesso bombardamento : Luigi Lorenzi detto Gino, nasce a Bergamo il 14 Gennaio del 1925 da Paola e Rino. Questi ultimi, infatti, grazie alla loro esperienza rivoluzionaria, erano in grado di valutare l'importanza strategica del possesso politico di una provincia come quella di Ferrara, "serbatoio umano" di prim'ordine con i suoi 160.000 braccianti agricoli, ed entrarono ben presto in azione. Dopo parecchio tempo venne un camion, ma era condotto da partigiani installatisi nella Caserma Bergia, dove Solaro e altri tre camerati vennero riportati. Alla capitolazione dell'8 settembre, la popolazione restò in attesa degli avvenimenti. 1943 – Jolanda Aurora, nasce a Madrid il 25 Dicembre. Per ogni chiarimento o correzione è possibile contattare la Fondazione. "Donne in grigioverde". E poco dopo il Duce inizierà la rivoluzione, però fascista... Come leader del neonato Partito Comunista, Bombacci si convince come la borghesia italiana, che lo soprannomina il "Papa Rosso", sia l'autentico nemico pubblico numero uno. -Celestina Muti quando per caso vede in un edicola di Milano l’ Asso di Bastoni n° 35 del 22 Agosto che annunciava la denuncia contro Badoglio per l’ assassino del figlio Ettore, scopre che suo figlio non era morto in combattimento aereo. 24, 28-29): «Quella sera un nuovo personaggio si aggiunge ai prigionieri: è don Tullio Calcagno che a Cremona, nella tipografia di Roberto Farinacci, stampava "Crociata Italica", un settimanale attorno al quale riuniva quei sacerdoti che avevamo aderito al fascismo repubblicano. Fu subito chiaro che Ghisellini aveva preso a bordo qualcuno lungo la strada tra Ferrara e Casumaro: il suo assassino o i suoi assassini. Quelle poche righe scritte con una grafia, che nei suoi stessi segni devastati dà tutta la misura della vertigine dell'abisso in cui era precipitato e del deserto del cuore che ormai percepiva in tutta la sua profondità senza rimedio. Quando, dopo la bufera dell'8 settembre 1943, Mussolini fondò la Repubblica Sociale Italiana egli inviò Carlo Alberto Biggini, neo-ministro dell'Educazione nazionale, ad offrire al filosofo la Presidenza dell'Accademia d'ltalia e Gentile non esitò un solo istante "perché - disse - non accettare sarebbe stata suprema vigliaccheria e demolizione di tutta la mia vita”. PISACANE Don Ladislao, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso da partigiani slavi il 5febbraio 1945 con altre dodici persone. A Solaro venne attribuita, fra le tante altre, anche la responsabilità dell'impiccagione di quattro partigiani in Corso Vinzaglio, come rappresaglia per l'uccisione di Camicie Nere della Divisione Leonessa. Il motivo di questa decisione è chiaro: far convergere sui fascisti tutto l'odio e il risentimento popolare. La colpa dell’uccisione fu attribuita in un primo momento ai tedeschi, ma alcune circostanze, emerse in seguito, stabilirono che gli autori del sacrilego delitto furono gli altri. 1948 – Inizia la pubblicazione il settimanale politico satirico “Asso di Bastoni” edito da Pietro Caporilli in Roma. Ma in fondo, a ben guardare, quelle posizioni altro non sono che il naturale sviluppo di premesse culturali che risalgono a nobili e insospettabili precursori, per esempio il Pascoli de «La grande proletaria si è mossa»; per non parlare di certi inediti e significativi interventi di un marxista come Labriola a favore dell'espansione coloniale italiana. Le controparti nella stesura del documento erano stati un militare di carriera, in borghese, ed un sacerdote. "La città era immersa nella nebbia e nel silenzio più assoluto", ci ha raccontato un congiunto del senatore Arlotti che riuscì a ricostruire momento per momento la scena dell'uccisione. Pochissime furono le misure repressive messe in atto. Frequentò il liceo Ximenes a Trapani e durante l’ultimo anno, su suggerimento del suo Professore di greco Gaetano Rota Rossi, decise di partecipare al concorso per quattro posti d'interno alla Scuola Normale Superiore di Pisa, con tema su “La poesia civile del Parini e dell'Alfieri”. Uomo di grande valore morale e pratico, di specchiata onestà e di profonda dedizione ma dal carattere schivo, Manlio Morgagni prestò la sua opera per lunghi anni all'ombra del Duce, che sempre gli concesse la più ampia fiducia, peraltro. L'incontro avvenne alla fine di ottobre nello studio dell'avvocato Mario Zanatta, del Partito d'Azione, in viale Cavour 5. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 18 dic 2019 alle 11:57. prot. Bersaglieri, ucciso il 7 agosto 1941 a Dugaresa da comunisti croati. Chiamato di notte col solito tranello, fu ucciso sul sagrato della chiesa il 24 maggio 1945. Molta gente ne è ancora convinta." Il 26 settembre 1943 un partigiano di nome Giorgio si recò a casa dei Cossetto convocando Norma al Comando partigiano nell'ex caserma dei Carabinieri di Visignano. Le ausiliarie erano infatti militarizzate a tutti gli effetti, i loro fogli matricolari erano regolarmente trasmessi ai distretti militari e costantemente aggiornati. E' forse stato meno coraggioso dell'altro disgraziato padre, nel portare avanti la sua esistenza con coraggio e con tenacia sino alla fine dei suoi giorni, senza riconoscimenti, o medaglie al valore, chiuso nel suo grande dolore? Dei diciannovemila fascisti caduti tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, dodicimila circa furono eliminati dai "gappisti" in azioni individuali. Si trattava di un atto imposto sia dallo stato di lotta aperta che dalla necessità di impedire, con ogni mezzo, la riorganizzazione del Partito fascista e di salvaguardare l'unità recentemente raggiunta dal movimento antifascista, che la falsa e subdola opera "pacificatrice" svolta da uomini come Ghisellini tendeva a minare". Nel 1944 si recò a Venezia con Osvaldo Valenti per lavorare al Cinevillaggio, centro cinematografico della Repubblica Sociale Italiana. 1929 – Araceli con la mamma viene in Italia a Genova dai parenti Ansaldo poi a Milano alla Scala per lezioni di perfezionamento come soprano. Sempre in un'intervista rilasciata nel novembre del 1985, Spero Ghedini tornò sull'argomento con precisazioni ancora più significative sui motivi strategici che avevano spinto i comunisti a uccidere il federale di Ferrara e sul perché avevano deciso solo dopo tanti anni di dire la verità: "Il federale Ghisellini era stato seguito più volte quando la sera tornava a Casumaro per conoscerne orari e abitudini.

Lettera Ministra Azzolina, Gli Ultimi Saranno I Primi In Latino, Palermo Fc 2010 11, Torrente Serina Pesca, Stella Stellina Ninna Nanna, Santo Del 30 Maggio, Neonato Si Gira E Rigira Nel Sonno, Inter Monchengladbach Highlights, Affitti Colle Salario Privati, Master Wound Care 2020 Bologna, Che Tempo è Uscì,

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